venerdì 26 ottobre 2012

IL SOGNO DI TOGNO (Original text version 1992 revisited c.a.)


             
               Da quando vivo in Val Malenco il piacere della scoperta ed il fascino dell'avventura hanno, nuovamente, pervaso il mio modo di arrampicare regalandomi spunti sempre nuovi di ricerca e grandi soddisfazioni spesso inaspettate tra le pietre del mio giardino.
La scoperta è continua ne pare possa esaurirsi mai visto che ciò che trova spazio nei miei progetti futuri in questa ramificata valle dai più arrampicatoriamente trascurata pare essere molto più consistente delle quasi cento vie,non solo di palestra, aperte negli ultimi tre anni.

Una mattina dello scorso Maggio ad esempio, esplose repentina l'estate e con essa la voglia di muoversi ancora.
Con Giacomino in spalla ed Elena al mio fianco da Spriana,in bassa valle,per buona mulattiera raggiungiamo l'antico e abbandonato villaggio di Bedoglio risvegliato alla primavera da magnifiche fioriture di ciliegi e tulipani,chissà perché, negli orti.
Foto ricordo di una gita di famiglia. Poi in costa continuiamo fino all'Alpe Portola sulla dorsale che si affaccia sulla Val di Togno e per una sottile traccia,spezzata da movimenti franosi, scendiamo nel fondovalle qui raggiunto da un ripido sterrato.
Giacomino ha tre anni e pesa già più di 15 kg sicché dopo due ore di marcia, lo sherpa di turno (cioè io !) fa fatica ad alzare lo sguardo dai ciottoli del passo successivo...mentre lui se la dorme beato. Ad un punto lo faccio..e resto interdetto! In fronte a noi oltre la bianca costruzione del rifugio,oramai prossimo ed oggi chiuso, una grande placconata granitica "alta certamente più di trecento metri !!" si adagia mollemente sul fianco destro, idrografico, della valle.
La schiena si raddrizza; lo sguardo si fa vigile ed acuto...penetrante come quando vedi una bella gnocca. Dalla prima ridotta viene direttamente inserita la quarta overdrive,il fardello non c'è più ed anche lui pare risvegliarsi sentendo uno sconquasso ormonale in quella bestia da soma di suo padre! Come FLASH GORDON,in una frazione di secondo, siamo tutti e tre sui prati oltre il rifugio...Binocolo e teleobiettivo in azione !

FURTO IN CASA MERIZZI

Per qualche giorno vari impegni ci tengono lontani dalla valle,ma non troppo...il tarlo comincia a lavorare.
Dalle sponde del Mallero giù a Sondrio si vede la parte superiore delle placconate,"incredibile vero?!", proprio sopra la testa di "qualcuno"...e noi non ne sappiamo niente?
Sopra a "Casa Merizzi", continuando per quella straducola,finalmente raggiungiamo Arquino. Da lì imbocchiamo il ripido sterrato,nulla di preoccupante per la mitica UAZ che ci scarrozza a pochi passi dal Rifugio Val di Togno coi nostri due bei sacconi di materiale.
L'ospitalità è squisita e per una volta fare i clienti in un rifugio non ci dispiace affatto.
Mentre la signora Carla ci rimpinza a dovere,con il gestore Emmanuele Scilironi, e Attilio, guardacaccia, parliamo della parete...NO, sul Ciazzun del Gus, cosi viene chiamata quella piodessa localmente,MAI NESSUNO da quel versante pose ne mani ne piede!....Fantastico! Proprio quello che volevamo sentire!!

La mattina Elena ed io contorniamo lo zoccolo e per una buona cengia,rapidamente,raggiungiamo la base delle placche. Fa già caldo alle otto del mattino e la totale esposizione a meridione ci fa capire che braseremo per benino.
Saliamo due belle lunghezze condite da un astuto pendolino apprezzando con entusiasmo crescente l'ottima qualità rocciosa.

Mentre in aderenza martello sul perforatore mi viene da pensare ai sensibilissimi strumenti di Jacopo che sicuramente staranno rilevando le vibrazioni! Immagino lo sconcerto disegnato sul volto del "Guardiano della Libera" che raffrontando i dati con precisissime carte,non troverà ragione di simili fenomeni a pochi passi dal cancello della sua austera dimora...Ma "suvvia che cosa sono due miseri spit in trenta metri!" .
Poi il caldo diventa insopportabile in questa falsa estate di Maggio. Dopo tre tiri soltanto non ce la facciamo più: i piedi scoppiano,le labbra sono riarse...siamo completamente disidratati ed abbrustoliti... "Ritorneremo!!".

Giugno e Luglio '92 ce li ricorderemo...50 giorni senza tregua di acqua pura. le brevi pause non durano un giorno. Ad Agosto si lavora,per fortuna, e non si può che aspettare Settembre.
Squilla il telefono al RIFUGIO MOTTA!
"Pronto ??"
"Uei Giga" è Jacopo che parla.."Sono in un Rifugio delle Alpi....ho saputo che stai chiodando qui sopra...E' PROPRIETA' PRIVATA!!"

Il 31 Agosto finisce l'estate con 10 cm di neve a 2000 mt....Settembre e Ottobre sono la copia di Giugno e Luglio....la sfiga sfigheggia allo sfinimento sfinterico!
Elena io e Palu' il nostro bergamasco scappiamo in Calanques a scalare al caldo ed al sole.
Palù è la prima volta che fa un viaggio in macchina di più di mezz'ora...e a Seveso decide di vomitare in macchina il suo dissenso con i resti dell'ultimo salmì del rifugio mal digeriti ! Gli somministro mezza boccia di Braulio così poi se la dorme beata fino a destinazione. A Cassis appena entrati in campeggio decide che la prima tenda di alcuni olandesi è il posto ideale per fare la cacca e nei giorni seguenti mostrerà tutto il disprezzo per il mare ed il solleone cercando l'ombra invano sotto ad ogni sasso,senza scampo....Noi arrampichiamo,alla grande e non ci pare vero asciugare le ossa....ma tutto ciò direte: "che cosa c'entra?"
C'entra che durante tutta quella bellissima settimana non faccio altro che pensare a LEI ( ed Elena è giustamente gelosa!!): la MIA parete in val di Togno!!

L'ESTATE DI SAN MARTINO

Puntuale con il calendario l'Estate di San Martino porta qualche giorno di sole ma Elena seppur tentata non si sente pronta per la nostra avventura.
Riesco a convincere Popi Miotti più sulla base di una antica amicizia che sulla credibilità di quanto io vada farneticando...e,visto che è così vicino, verrà poi lui a dare una occhiata!... Grazzzie!
Dopo i primissimi tiri,già fatti e che gli "lascio" condurre, il gioco è fatto!!!
Riconosco quella luce nei suoi occhi...Andremo sicuramente fino in fondo e (si spera).. fino in cima!!


Scaliamo ,alternandoci, per tutto il giorno,usando solo in emergenza il perforatore che entrambi non è che amiamo ed alla fine abbiamo otto lunghezze sotto le chiappe... ma sta venendo,già,buio !!

Non è nel nostro vocabolario condiviso la parola bivacco in quasi inverno e senza adeguata attrezzatura per cui senza il minimo patema scendiamo.


Ma dentro di noi sappiamo.....




Per due settimane rapide perturbe si susseguono preannunciando l'inverno poi lo zero termico rimbalza al di sopra dei 2000m ed il sole ritorna. Quasi a fine mese.

Alle 6,30 recupero a Sondrio il Popi e alle 9,00 precise siamo al punto più alto raggiunto nel tentativo precedente. Il clima è perfetto!
Decidiamo di evitare di petto una placca ripida e compatta che richiederebbe l'utilizzo continuato del perforatore, anche se di la passerebbe la miglior logica (si potrà poi sempre sistemare!) e Popi da sfoggio di tutta la sua maestria,affinata in decenni di ravanamento diffuso, salendo con determinazione un  estremo, ripido, perlottiano, canaldiedrofessurtarzaningtoppa che ci consente di evitare l'ostacolo per poi riprendere la retta via per una gran bella lama.
Poi, dopo un più semplice tiro di raccordo, tocca me sbucazzare ad insufficienza per uno spit del 0tto su di un muro più arcigno che altro...e un gioco maldestro di corde mi obbliga per finire la lunghezza, a slegarmene una che verrà poi disincastrata dall'ineffabile imperturbabile seguitor appresso.
Continuiamo in diagonale al di sopra di un embricatura per logiche sequenze di appoggi e contorni verso la meta agognata e quasi subita.









E tocca al Maestro risolvere l'enigma dell'ultima placca che ci concede alla fine la sommità poiché di cima non si può certo parlare.



Ricomposti nei pedalini gli arti stanchi nelle ciabatte,ci aspetta solo una perigliosa discesa,senza luna e senza pila per scoscesi canali alternati a qualche cieca doppia prima di poter mettere la parola fine al NOSTRO, e di Togno, SOGNO!



CIATZUN DEL GUS (Val di Togno)

Via "IL SOGNO DI TOGNO"
Primi salitori: Giuseppe"Popi" Miotti e Andrea "Gig" Savonitto (alternati)
Finita il 24 Novembre 1992 
(dopo precedenti tentativi cui ha anche partecipato Elena Iato.)

Sviluppo: 500 mt ca
Difficoltà: TD
Materiale in parete: 4 spit (malmessi),9 chiodi, 4 stopper


NB)
In corso di richiodatura...Aspetta e spera!

martedì 23 ottobre 2012

KETAMA 1991:una Avventura di "clean climbing" sulle coste mediterranee del Marocco



   Siamo decisamente stanchi dopo 2500 km seduti in una onesta PANDA Young  che sobbalzando tra le "fresche" palestre francesi e spagnole ci ha scarrozzati alle soglie del bramato continente del sole sicuro. AFRIKA! La nostra medicina preventiva contro l'ineluttabile  destino di una stagione invernale freddissima ed imminente nel nostro piccolo rifugio sulle Alpi: la Capanna Motta al cospetto del Bernina in val Malenco. Brrr!
Stanchi ma anche scioccati dal primo approccio e dall'invadente accoglienza marocchina appena scesi dal battello a Ceuta...un'accoglienza, che auguriamo solo a Bossi, da parte di un esercito di marocchini invadenti,onnipresenti,asfissianti...con i loro tappeti e le loro,irrinunciabili,tradizioni di contrattazione per merci di cui non ce ne può fregar di meno.Vogliamo strozzare qualcuno,il primo che passa,dopo essere stati trascinati ,a forza e per forza, all'evento "UNICO" della Festa dei BERBERI di TETOUAN...(Ma va a da via l'orghen!)..ed è a caso che ci fiondiamo verso nord alla ricerca di un sito tranquillo dove meditare lasciandoci alle spalle il marasma di quel Souk di rompicoglioni spatentati.
Due o tre giorni di calma e di mare li riteniamo indispensabili prima di affondarci nel Grande Sud !
Un mare da cui non ci aspettiamo molto giacché disertato dai grandi flussi turistici,ignorato dalle guide e mai citato in alcun racconto di chi tra i nostri amici abbia già spinto la propria determinazione ed attrezzatura, così a sud.
Ipotizzo grandi insulse spiagge... Poca insignificante e marciulenta roccia..... Puzza di pesce rancido e via discorrendo per luoghi comuni. Del resto GOGNA DIXIT che in Marocco c'è solo Todra! Inutile confutare il verbo del Capo!
Ouedlaou


  Quella sera,sarà un caso, ci accampiamo in una splendida spiaggetta alla base di un MAGNIFICO (siamo degli entusiasti inguaribili!)TORRIONE di quarzite a sbalzo per una sessantina di metri su di un mare blu cobalto.
Un po' di bouldering sui piccoli scogli satelliti condito a una sana diffidenza per i pochi autoctoni che sicuramente ci considerano scontrosi non capendo come mai noi italiani,invece di stare giù sulla spiaggia, come fanno i Turisti Veri, a ciacolare con loro ed a trattare le loro merci, dal pesce alle varie sostanze sicuramente devastanti,perdiamo tempo su stupidi,inutili e perigliosi sassi.

Ancora all'alba,delle ore dieci, del giorno seguente non possono che sdraiarsi sulla spiaggia per seguire le nostre evoluzioni sulla ROCCA DI OUEDLAOU.

Dopo i primi trenta metri, su di un ampio terrazzo a loro inaccessibile,finalmente gustiamo un po' di solitudine in questa Wilderness arrampicatoria. Possiamo fare sberleffi piegando il braccio nell'internazionale gesto dell'ombrello. Siamo intenzionati,se dovesse servire, a restare in parete anche tutto il giorno!
Bar Picasso

La roccia è magnifica e possiamo tranquillamente immaginare,la lontano oltre il grande mare a Nord,la nostra penisola devastata dalle più sconvolgenti tempeste invernali.
Bar Picasso
Nel tepore mi gusto una intrigante fessura ad incastro...mai scalata
Gig (Andrea Savonitto)
(me lo confermano gli arbusti che devo eradere per approdare in sosta al suo termine!) e la successiva lunghezza "classica" che ci porta infine su in cima a questo "nostro" scoglio africano. (BAR PICASSO= 65m,6a+)
Che splendida giornata!... E in più ci amiamo alla follia !!
Ele (Elena Iato)
Ceniamo e dormiamo sereni e profondamente nella nostra tenda rossa vicina al BAR PICASSO,una grotta in cui PABLO (all'anagrafe,se esiste,probabilmente Yasser) conserva i suoi capolavori da terza elementare che,a suo dire,vanno a ruba tra i pochi turisti estivi più che le bibite o i nauseanti biscotti marocchini.

All'alba guardo alla nostra realizzazione come Bonatti guardò al suo Drù dopo la prima salita e,con una lacrimuccia, riprendiamo la strada della costa sul nostro potente automezzo. Qui girano solo pochi "grand TAXI" Mercedes,di provenienza dubbia:abbondano gli adesivi NL !..ed essere i possessori di una lussuosa pandina ci assurge all'Olimpo
dei ricchi stranieri. Tutti,ma proprio tutti,girano solo con il Cavallo di San Ferdinando (Un po' a piedi ed il resto camminando.)...Turisti,salvo pochi ad Agosto e per di più "locals", non ce ne sono così che per ALIBABA' ed i relativi ladroni restiamo solo noi sulla piazza...meglio,quindi,essere prudenti. Sane considerazioni che però non bastano a distoglierci dagli splendidi inusitati scenari che sa offrirci la costa. Nessun complesso turistico,per centinaia di kilometri, nessuna "Valorizzazione" come siamo abituati dalle nostre parti...Il Mediterraneo come è stato fin da quando si decise che l'Africa doveva navigare più a sud.
All'improvviso,ad una svolta della strada,alta sulla ripida costiera erosa,intravvediamo giù in basso un nuovo scenario che sembra promettere meraviglie. Sulla lunga spiaggia di Targa,isolati,sorgono dei torrioni rocciosi,promettenti. Seguendo la strada, maligna, che compie un lungo giro all'interno finalmente ritorniamo in procinto del mare, all'ingresso del paese dalle piccole case bianche. I bambini di una scuola salutano il nostro arrivo al cospetto del primo torrione al cui sommo, senza soluzione di continuità,sorge un castello diroccato.

Questo luogo,di grande suggestione,lo immaginiamo subito luccicante di spit, come lo sarebbe sicuramente dall'altra parte del mare, ed invece non si vede alcuna traccia di passaggio dei temuti climbers...

Targa



Ci abbandoniamo per un po' ai nostri giochi su boulder "piacevolmente polverosi"; saliamo al Castello ed entrando nell'antico quadrilatero delle mura,scopriamo uno splendido praticello all'inglese..luogo ideale quanto inusuale per il camping !
Speranza vana: il villico in agguato subito spinge un gregge di simpatiche ma puzzolenti caprette al seguirci come a specificare,se ce ne fosse bisogno,che l'unica erbetta nell'arco di chissà quanti kilometri sia cosa da erbivori giammai da strampalati turisti fuoristagione.

Così continuiamo il nostro viaggio e,dopo pochi altri kilometri, arriviamo ad un'altra nuova grande spiaggia con gli oramai "immancabili" sassoni.
Siamo a Sthea ed il pomeriggio lo spendiamo volentieri con il nostro amato sassismo in riva al mare.
Oramai crediamo di non poterci più stupire di trovare roccia ottima,splendidi passaggi,strapiombi,placche e spigoli per giocare.




A noi si unisce uno stuolo di ragazzini che riconoscono nelle nostre gesta proprio il meccanismo ludico.
Salgono da dietro,corrono intorno,fanno commenti e sorrisini.Ci aiutano a togliere o a posizionare le asole per le "top rope"...e si divertono un mondo.
Poco dopo,oramai a notte,stiamo preparando la nostra magra cena sul camping gas quando,dalle tenebre,sbuca improvviso un ragazzotto che senza esitazione si accomoda al nostro fianco nell'esiguo fascio luminoso della lampada. Con occhi grandi come quelli di una mucca in lattazione,si mette a fissare la nostra pentola che ribolle i nostri tre etti di spaghetti,gli ultimi rimasti.
Crediamo di capire quello che vuole.
Purtroppo però oltre la pasta,appena sufficente per noi,qualche pomodoro ed un po' di pane,nella nostra scatola-dispensa non rimane che zucchero,sale, olio e caffè. Gli offriamo una pagnotta per iniziare....
Lui la prende,la apre con cura e fissando alternativamente noi e la dispensa come farebbe un cucciolo di cane,ci fa capire che non basta: vuole anche companatico!
Un po' seccati gli diamo anche olio d'oliva (vero non "marocco") ed un pomodoro. Non sembra gradire....Si alza e per non infrangere le regole del Corano,appoggia il tutto su di un sasso alle nostre spalle per poi risiedersi,chiaramente e manifestatamente deluso. Se questa è la sua fame..?

Sthea
Poi, dopo aver rifiutato anche il caffè, si mette a fissare la nostra tenda.
La indica con la mano poi indica se stesso...
Mi alzo, lo piglio per il bavero e lo ributto nelle tenebre da cui è sbucato....
Poco dopo lo ritrovo che si aggira intorno al Pandino e ancora con lombarda gentilezza mi tocca fargli capire quanto sia meglio lui ritorni dalla sua mamma.

Quella notte non dormiamo tranquilli.
Quando succedono queste cose che magari non hanno tutto il peso che noi gli si vuole dare ma che trovandoci in un area culturalmente a noi misconosciuta non sappiamo ben valutare è sempre meglio non sottovalutare. La mattina presto smontiamo tutto  ed in men che non si dica, siamo già in viaggio sulla litoranea.


Il prossimo distributore sulla "carta" è segnato a EL JEBHA e,vista la oramai prossima riserva, li puntiamo. Giunti in paese, sotto il promettente promontorio roccioso della Pointe des Pecheurs,restiamo interdetti e ci sentiamo vagamente in trappola: del distributore non rimane un granché, solo qualche lamiera contorta ed abbrustolita. In paese ci dicono che è possibile solo trovare gasolio e benzina agricola a prezzi,chiaramente,quintuplicati! Per la Super ? Almeno 60 km ci dicono....molto divertente!
I gendarmi ci chiamano in caserma e dopo alcune gentili domande a cui noi non vogliamo dare adito a risposta facendo a finta di non parlare francese (vero) ne arabo (verissimo) e,malissimo, lo spagnolo..."per sicurezza" (?) ci sequestrano i passaporti facendoci capire che sicuramente (ma per noi suonava "forse") ce li avrebbero restituiti al momento di andarcene via! Ci ritorna in mente la reclame di ALPITOUR ! ahi ahi !

Prendiamo stanza (l'unica in comune tra tutti gli ospiti) nell'unico "albergo" gestito da un bimbo di non più di 12 anni: Samir.
Conosciamo un altro ospite, un funzionario governativo che ci illustra,finalmente in inglese e con tono alquanto sconsolato tutte le magagne che bisogna sopportare per vivere in quel posto tra cui un fatidico: "se non si pesca non si mangia!". Poi si informa sul motivo della nostra visita e a parer suo lì non c'è nulla da vedere..
Veniamo invitati a forza,non possiamo rifiutare, nella casa più decorosa del villaggio dove il Boss ci ossequia prima con un decalitro di te fumante seduti su di un sontuoso tappeto. Poi ci propina una lauta merenda tra i suoi famigli a base di sarde affogate tra uova al tegamino e liquidi di misteriosi condimenti untuosi da sbocconcellarsi rigorosamente con le mani (la sola destra!) tra rutti e qualche scoreggia platealmente profusa e apprezzata....Anche lui vuole sapere il vero motivo della nostra visita in quel posto e quando capisce che non ci può vendere nessuna partita di ketama ci lascia andare a digerire da un'altra parte....gentilissimo!

Decidiamo di riempire il pomeriggio con una escursione fino alla Punta.
Per mulattiera dalla piazza del paese rimontiamo il promontorio giungendo ad un tempietto sulla dorsale. Ci affacciamo sul versante opposto e pieni di stupore entriamo in una grande baia selvaggia con un mare cristallino. Più oltre la Pointe des Pecheurs si manifesta meravigliosa con belle scogliere a picco ed unita alla terraferma solo da un sottile istmo di sabbia grigia difeso da una placca di calcare, bianca e compatta.

Poinye des Pecheurs

Trattenendo il fiato sotto la enorme frana che disegna la costa,attraversiamo la grande insenatura,la raggiungiamo e facciamo la conoscenza di un calcare bianco,sanissimo ed incredibilmente eroso.

Proseguendo,risaliamo l'istmo sabbioso affacciandoci ad una stretta sella:lo spettacolo è ...spettacolare!
A monte, dei calanchi di ghiaia finissima ma compatta precipitano da un centinaio di metri dentro una nuova insenatura lambita dal mare e racchiusa tra due bracci di scogliera di roccia superspecialguduriosa. Prima di questa, a sinistra, una placca compattissima cosparsa di protrusioni rugginee di incomprensibile formazione ci spinge a sognare di un grandissimo uccello,extraterrestre,che svolazzando sopra a queste rocce si sia voluto liberare di ogni carico superfluo imbrattando le cannelures di queste strutture che di conseguenza chiamiamo PLACA DE MIERDA !
E continuiamo oltre. Superato un nuovo istmo ed una nuova selletta ci affacciamo su di una insenatura gemella impreziosita ancor più da un arco naturale.


Una nuova sella,con i resti di un antico fortilizio, si apre ora su una spiaggia infinita di sassi rotondi, policromi e variegati, come se una tribù di pittori naif si fosse qui accampata per millenni dipingendoli, uno ad uno, con colori a pastello.

Qui sopra la Punta dei Pescatori si protende sul mare come una grande vela rocciosa,paradiso di gabbiani,caprette e conigli selvatici.

Mi sento in trappola, condannato ancora una volta per forza di cose ad arrampicare,emulo di Livanos e Rebuffat nelle vergini Calanques di Marsiglia,per lasciare sottili strisciate di bava esplorativa.

Rifaccio più volte mentalmente l'inventario del poco materiale di cui disponiamo: dei 6 chiodi che mi sono portato dall'Italia,uno rimane infisso a Ouedlaou e l'assortimento di quelli rimasti è penoso con la presenza di ben due "tiratronchi" ( solo chi è aduso all'artificiale più spartana sa cosa sono queste schifezze da ferramenta!),...un solo martello...li faremo bastare!

Per quattro giorni arrampichiamo scegliendo sempre le strutture più abbordabili cercando di visitare un po' tutti i versanti di queste nuove sebbene più piccole Calanques africane e mai troviamo la più semplice traccia di precedenti passaggi.

Saliamo il TRIANGULO BLANCO la splendida placca che delimita a destra il fiordo de la Playa Bonita con tre itinerari  (Da ds a sn: PRIMO AMOR = 50m,4c,stopper; TINTARELLA = 65 m,5a,stopper; TURISTI FAI DA TE= 100m, 5c,2chf lasciati,stopper)

Primo Amor
Turisti fai da te
Turisti fai da te


Saliamo la bellissima placca erosa che fa da sipario alla grande Baia di Mars El Dhar ( BIGLITTO DA VISITA=35 m,non proteggibile, 6b) prima superando un tetto fessurato ed una successiva placca liscia da tremaculo...Devo pur dimostrare alla pollastra quanto sono Gallo!


Biglietto da visita



Placa de Mierda e Triangulo blanco

Placa de mierda

La PLACA DE MIERDA la castighiamo facilmente per tre linee stupende! (NUMERI ARABI= 25 m, 5b,non proteggibile; COUSCOUS=40 m,5a,1 ch lasciato; ZERO ZERO=40m, 5b+,nut e stopper piccoli),poi saliamo la più facile linea dello spigolo est della Point des pecheurs (ZUMO DE PIGNA = 100m, 4b)

la Vela

Questo mare non teme confronti ma l'acqua è già troppo fredda e non si lascia toccare se non per rapidissime abluzioni di indispensabile toelettatura. Compiamo così per consolarci anche splendide escursioni  spingendoci un poco anche all'interno. Sempre non possiamo che stupirci della bellezza tutta per noi di questi luoghi.
Poi il tempo sembra cambiare (non è vero!),ci rendiamo conto di essere un po' stanchi anche per l'arroganza dei militari unica presenza fastidiosa,che non sembrano gradire un nostro progetto di trek verso  TORRES,prossimo villaggio lungo la costa. Vorremmo inoltre cambiare la dieta noiosa a sardine e così dopo aver recuperato i passaporti,con sollievo, ed un po' di benzina ci decidiamo a ripartire. Ci restano pochi giorni e pochi dirham!

Al Hoceima,il più grande centro costiero, è la nostra nuova meta; alla ricerca di un cambio,di una doccia e di un ristorante vero. Chiaramente,dopo soli 30 km di strada disastrata su per il Riff,incontriamo una Mega Stazione di Servizio con carburanti di ogni tipo,non segnalata sulla carta.

Paesaggio del Riff
ketama


Su per il Riff non sembra esserci in giro nessuno...ma come fermiamo il mezzo e scendiamo a rimirar le coltivazioni di kethama (... o se per una urgenza, incautamente seppure con circospezione, tiri fuori lo sfibrato strumento per cambiare acqua al canarino), simultaneamente da sotto ogni sasso e da dietro ogni cespuglio sbuca qualcuno, che ha visto tutto !!...E, quasi, sembrano organizzarsi in un progressivo assalto concentrico verso di noi e la nostra carovana senza cammelli di una singola utilitaria bianca ..Tant'è che ogni stop non può durare più di un attimo: il tempo di una foto! Poi via di nuovo, a tavoletta, verso la nostra meta.

Arriviamo in vista della città nel pomeriggio tardo e, "con disappunto", ci accorgiamo che anche questo porto sfrutta una grande insenatura o meglio un golfo contornato
 da ampie zone scoglierose!

Lo stesso camping, recintato da alte mura con tanto di filo spinato e difeso da  guardie armate che lo fan sembrare Rebibbia, è situato dentro ad una baia modestamente rocciosa. Ritroviamo il vino nei negozi,sostanza a noi più congeniale! Ed è pure di discreta qualità.




Al porto, i ristoranti il pesce lo sanno anche cucinare e per una spesa ragionevole si mangia a volontà. Lungo il corso principale troviamo pure una pasticceria capace di produrre un espresso eccellente....Questo Paese del Bengodi, ne siamo certi,ci riserverà ancora grandi sorprese ! A questo addiveniamo dopo aver assistito ad un tramonto mozzafiato sulla spiaggia di SABADIA osservando il calcare rosato delle pareti di SIDI ABID sfumare nel crepuscolo infiammato.


Sidi Abid



Mi rimane un Angle Piton, un universale a torsione ed un extrapiatto,di quelli corti. Un po poco per affrontare di petto i "problemi" più eclatanti e la mattina saliamo i 150 metri dello spigolo di destra,il più breve,della parete osservata la sera precedente.
La nostra Afrika
LA NOSTRA AFRIKA si rivela una salita di grande bellezza (D+, 5c) in uno scenario di notevole fascino e su roccia bellissima. Intorno numerose altre possibilità le lasciamo,se mai ci saranno,ai posteri programmando per l'indomani una giornata prettamente turistica,senza materiale al seguito (cosa che rimpiangeremo) a CALA IRIS e TORRES DE ALCALA' quel villaggio che avremmo voluto raggiungere a piedi da El Jebha,seguendo invece una pittoresca strada dall'interno.

Da Trres dopo una breve e piacevole passeggiata sulla costa,scopriamo e cominciamo a seguire un disatrato sterrato che si dirige ad Est. La mitica Panda resiste e dopo 8 km ci scodella a fine strada,su di un'ampia dorsale sospesa sopra ad una grande baia sabbiosa.
Solo per un sottile istmo un isolotto roccioso con fortificazioni si collega alla costa e nel punto più stretto di questo, una rete da pallavolo i cui pali sono infissi in due cisterne colme di sabbia colorate a strisce giallo-rosse , ci indicano il Confine tra Stati.

E' il PENJON DE VELEZ DE LA GOMERA,avamposto-residuo militare spagnolo sulla costa del Marocco. Peccato, si può solo guardare e non toccare. Ad oriente invece la spiaggia termina contro un grande spigolo affilato che si immerge nel mare, oltre il quale il Massif des Bokkoyas sembra promettere grandi avventure e,probabili,grandi pareti.



Dalla guardiola di confine i militari ci chiamano per invitarci ad un Te alla menta...non hanno mai sentito parlare di alpinismo,arrampicata o cose simili e ciò,per chi ama l'avventura, è vera e propria musica. Non avremo la fortuna di toccare queste rocce ma chissà se mai potrà capitare in futuro!

Senza chiedere permesso
 Il giorno dopo al Al Hoceima saliamo un altro magnifico spigolo sul Capo del Moro Vejo,un bel torrione sul mare che ci regala tre lunghezze entusiasmanti (SENZA CHIEDERE PERMESSO =5c,80 mt,1 chf.) che si mangiano il mio amato chiodo a U! 
Non mi rimane che un knifeblade...
Senza chiedere permesso








....ma oramai ci siamo accordati con un sub di passaggio per l'indomani al fine che ci venga a prendere al campeggio con la sua barca a motore per portarci sulle grandi scogliere che si scorgono la, lontane, oltre la baia del porto militare.....

la barca arriva puntuale (!) con due persone che vogano di gran lena. Il motore c'è ed anche la benzina ma,ci spiegano che,avendo fumato troppa hashish,si sono dimenticati a casa il carburatore!
Senza alcuna pietà li faccio remare allo sfinimento restio a concedere qualsiasi diversivo,pur interessante (con qualche chiodino in più alla cintura!) su strutture più prossime,attraversando tutta l'enorme sconfinata baia verso il mio obbiettivo. Sono gli ultimissimi giorni in Marocco e non vogliamo perdere,per la loro inettitudine,l'occasione di guardare oltre lo spigolo occidentale che forma due grandi torrioni precipiti nel mare e di cui vogliamo fare la traversata delle creste... fino in città!

In prossimità dello spigolo attacchiamo,direttamente dalla barca,lungo un diedro verticale e fessurato.

Tanto fumo & poco arrosto

Elena,sempre bravissima ché è un anno che arrampica, mi assicura in preda al mal di mare e,quando vedo la barca allontanarsi sono un po' preoccupato che questa lunghezza di 5c la provi ,ulteriormente....invece mi raggiunge in sosta sorridente e pienamente ristabilita. Sono fiero di Lei ! E' la donna che mi merito!
Il lungo tiro seguente è il primo su roccia veramente friabile che ci ritroviamo a percorrere..Non sono uno schifiltoso su questi terreni ma rimpiango di non possedere neanche un picchetto da campeggio, e sarebbe meglio qualche fittone da mina, accontentandomi pure di comunissimi torsione universali altrove sprecati inutilmente....ma alla fine più correndo per non lasciarmi raggiungere dalla paura che valutando le cose con criterio, raggiungo il sommo del primo salto. Per fortuna oltre sembra cosa da capre incinte! ( TANTO FUMO&POCO ARROSTO = 200 mt,5c).

Lasciamo perdere il pur suggestivo trekking verso la città e ridiscendiamo al mare capendo di dover porre la parola fine alla nostra avventura sulle rocce del Marocco.

Risaliti sulla barca troviamo i nostri amici ancor più stremati,oramai in catalessi vegetativa...La attrezzatura per la pesca pare non sia mai stata toccata e giace asciutta sul fondo della barca.
L'occhio vitreo e l lingua impastata non lasciano dubbi!
Mi metto comodo col cuore finalmente in pace...e comincio a vogare!

Gig.